L’origine di questa pianta è sconosciuta ma sappiamo che nel 1811 Demarco, nella Statistica del Regno di Napoli, lo definì“ fagiolo di ottima qualità”.
Il profumo è delicato, il sapore tendenzialmente dolce, la buccia morbida e sottile, deliquescente al palato dopo la cottura. Alimento principe dei contadini in tutte le stagioni veniva cucinato nella caratteristica “pignata” e coltivato con un tecnica di irrigazione molto accurata, nei terreni di origine alluvionale fertili e ricchi di sostanze della Valle del fiume Melfa e del torrente Mollarino seguendo i vecchi sistemi tradizionali.
La semina viene praticata nella seconda metà di giugno , mentre la raccolta , eseguita tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, viene dilazionata nel tempo estirpando solo le piante già mature con le quali si formano dei mazzetti essiccati in ambienti asciutti e ventilati. Appena terminata questa fase si procede alla battitura a mano, alla scelta e alla conservazione in sacchi di tela.